Il primo ad introdurre lo Yoga e in particolare il Pranayama nell’apnea fu il grande Jacques Mayol che imparò le tecniche di questa disciplina millenaria dalla madre. Mayol diede origine all’apnea moderna, all’apnea per tutti.

Mayol capì che Yoga e Apnea sono due discipline apparentemente diverse ma che in realtà si dimostrano molto affini: in particolare il Pranayama che, per semplificare al massimo, significa controllo dell’energia ha come scopo ultimo il trattenimento del respiro esattamente come l’apnea.

Mayol comprese che il senso dello Yoga e del Pranayama finalizzato all’apnea non è soltanto nella tecnica (validissima) ma nell’atteggiamento mentale che si può acquisire attraverso queste tecniche: lo Yoga può essere interpretato come una via di conoscenza e controllo dell’atto respiratorio fino al conseguente arresto.

Una pratica continua di Asana e Pranayama permette di migliorare le prestazioni fisiche e del respiro e migliorare la capacità di concentrazione.

I benefici che derivano dalla pratica Yoga sull’apparato respiratorio sono diversi: con lo Yoga si esplorano nuove potenzialità del respiro.

Praticando con gradualità e atteggiamento corretto, si ha un miglioramento della funzionalità respiratoria, in termini di migliore elasticità dei muscoli coinvolti, una miglior fluidità del respiro migliorando la postura di base e la circolazione del flusso sanguigno, una maggior efficienza degli scambi gassosi, ottimizzando l’entrata di ossigeno.